“DOVETE ANDARE IN ONDA, COSTI QUEL CHE COSTI” – DAI VERTICI DI VIALE MAZZINI HANNO FATTO DI TUTTO PER COOPTARE I GIORNALISTI “CRUMIRI” CHE NON HANNO ADERITO ALLO SCIOPERO DELL’USIGRAI, TRA PROPOSTE DI PROMOZIONI E TRASFERIMENTI, SERVIZI LUNGHISSIMI E STIRACCHIATI. ALLA FINE, PERÒ, IL SABOTAGGIO HA FUNZIONATO. AL PUNTO CHE IL TG1 HA ADDIRITTURA IMBASTITO UNA EDIZIONE STRAORDINARIA POMERIDIANA PER I MORTI SUL LAVORO A PALERMO – L’ESULTANZA DEL SINDACATO MAL-DESTRO UNIRAI MENTRE ALLA STAMPA ESTERA I “DISSIDENTI” ACCUSAVANO LA RAI DI CENSURA

-

Condividi questo articolo


 

1 - “ANDATE IN ONDA COSTI QUEL CHE COSTI” L’ORDINE DEI VERTICI AI DIRETTORI AMICI

Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”

 

gianmarco chiocci gianmarco chiocci

[...] La mobilitazione […] doveva fallire. Non nei numeri — visto che, nonostante il clima di terrore instaurato a Saxa Rubra, la stragrande maggioranza dei giornalisti ha aderito alla protesta — bensì nel messaggio, chiaro e inequivocabile, che avrebbero recapitato i notiziari trasmessi alla bell’e meglio sui due canali principali nella prima giornata di astensione dal lavoro proclamata dall’Usigrai.

 

Venti minuti all’ora di pranzo e altrettanti a sera sulla rete ammiraglia, con servizi rabberciati, lunghi collegamenti dalle sedi estere e immagini di repertorio. Per il Tg2, edizione integrale alle 13 e appena 9 minuti all’ora di cena, ma solo per dedicare più spazio ai cinque morti sul lavoro nel palermitano. Quanto basta per confondere il pubblico, dare l’impressione che non sia successo niente: una giornata come un’altra.

 

«Dovete andare in onda, costi quel che costi». L’ordine partito dal settimo piano di Viale Mazzini allorché, a fine aprile, viene indetto lo sciopero, è stato rispettato. Per più di una settimana i direttori della testata ammiraglia Gian Marco Chiocci e di quella cadetta Antonio Preziosi, insieme a Paolo Petrecca di Rainews24, compulsano gli elenchi delle presenze, contattano i colleghi per carpirne le intenzioni, spostano e programmato i turni […] in base al numero di “crumiri” previsti in redazione.

 

antonio preziosi - direttore del tg2 antonio preziosi - direttore del tg2

Mentre l’Unirai, neonato sindacato meloniano pilotato dal destrissimo dg Giampaolo Rossi, chiama a raccolta le truppe per essere «tutti operativi lunedì 6 maggio. Chi per sbaglio si ritrova di riposo chieda di cambiare», il suggerimento contenuto nell’avviso spedito sabato per colmare i vuoti. «Bisogna essere presenti per coprire tutto il territorio nazionale qualsiasi cosa accada, anche per i Tg nazionali che andranno regolarmente in onda », il pronostico che sfregia un diritto costituzionale.

 

giampaolo rossi giampaolo rossi

«Facciamo vedere che Unirai può mandare avanti l’azienda. E che con i suoi iscritti è in grado di raccontare tutto ciò che accade da New York a Lecce!».

 

Una prova di forza. Preordinata e preparata con cura. […] Per garantire il boicottaggio, fin dalle 6 del mattino Chiocci spedisce a Saxa Rubra un secondo vicedirettore, Francesco Primozich, in supporto a Maria Rita Grieco incaricata di firmare l’edizione dell’alba. Non contento, le piazza alle costole pure Mario Scelba, discendente del tristemente noto ministro dell’Interno, nonché uomo di fiducia del direttore.

 

I tre predispongono il flash delle 8 e la riunione di sommario delle 9. Mentre la redazione comincia a popolarsi. Ci sono tutti i vice, tranne le due in quota Pd, Elisa Anzaldo e Costanza Crescimbeni, che prendono un riposo diplomatico; i capiredattori al gran completo, molti graduati, diversi redattori. Novantatrè in totale, un record. Più della metà di quelli che non si sono presentati: 43.

 

FRANCESCO PALESE FRANCESCO PALESE

La macchina inizia girare. A chi c’è, viene raccomandato di non lavorare per più di 7 ore e 50, così da dribblare la denuncia per comportamento antisindacale. I settori sono coperti, il giornale si può fare. Anche senza chigista, Francesco Maesano: […] s’è messo in ferie per evitare imbarazzi.

 

Il clou si raggiunge quando […] arriva la notizia della tragedia di Casteldaccia. Chiocci si attacca al telefono e, senza consultare nessuno, chiama il capo del Personale per chiedere di utilizzare […] l’unica cronista in servizio al Tg Sicilia, che nel frattempo era stato fermato dalla protesta sindacale. Arriva l’ok e lui la invia sul luogo dell’incidente. Approntando un’edizione straordinaria del telegiornale, che alle 17 avrebbe dovuto saltare. Cinque minuti in tutto: sufficienti però a dimostrare che si può fare qualunque cosa, se il direttore vuole.

 

GIAMPAOLO ROSSI - PAOLO CORSINI - ANGELO MELLONE - GIAN MARCO CHIOCCI GIAMPAOLO ROSSI - PAOLO CORSINI - ANGELO MELLONE - GIAN MARCO CHIOCCI

Piegando anche il Cdr, che pure aveva votato il pacchetto Usigrai: a fine giornata, in un comunicato ecumenico, Giovanna Cucè e Caterina Proietti si fanno une e trine, dichiarandosi «dalla parte di chi ha scioperato e di chi non lo ha fatto, pensando al futuro della Rai».

 

Scene simili, ma condite da liti furibonde, al Tg2. Che si spacca come una mela: 51 presenti, 49 a casa. Tutti i vicedirettori al loro posto, incluso Massimo D’Amore (indicato dal Pd) che firma l’edizione ridotta delle 20,30. I settori economia e cronaca sono deserti, ma si decide di andare in onda lo stesso, rinunciando a quei servizi. L’ordine è chiaro e bisogna eseguirlo. […]

 

2 - LA GIORNATA LUNGHI COLTELLI

Estratto dell’articolo di Antonio Bravetti per “la Stampa”

 

A pranzo, nella mensa di Saxa Rubra, i direttori sorridono. Gian Marco Chiocci e Antonio Preziosi si mostrano soddisfatti per le edizioni andate in onda del Tg1 e del Tg2. In un clima che un vicedirettore definisce «orrendo», nei corridoi della grande sede Rai si combatte a suon di comunicati, di fotografie sui social, di chat segrete, promesse e minacce.

 

roberto sergio con rossi roberto sergio con rossi

Chi si è schierato con Unirai esulta: «Abbiamo sconfitto il fortino rosso». Col sottofondo di posate e bicchieri il mantra ripetuto di tavolo in tavolo tra quelli che ieri erano al lavoro è da clima post-sovietico: «Il muro è caduto». Gongola Francesco Palese, segretario di UniRai: «La grandissima pagliacciata è fallita. Oggi abbiamo dimostrato che l'Usigrai ha perso il monopolio della Rai».

 

[…] Domenica i redattori del Tg1 hanno ricevuto una mail per sapere chi sarebbe andato a lavorare o meno il giorno dopo. Gradita risposta. Anche i componenti del Comitato di redazione (la rappresentanza sindacale interna) si sarebbe messo a telefonare per conoscere le intenzioni, le adesioni allo sciopero. C'erano da cambiare i turni dei conduttori, incastrare gli orari per portare a casa un'edizione dignitosa del telegiornale. A Rai News 24 il direttore Paolo Petrecca, rivelano, ha creato un gruppo WhatsApp per tenere il conto di quanti avrebbero lavorato. Alla fine poco più di 15 persone su 220. Per andare in onda i servizi, di solito non più lunghi di 90 secondi, sono stati stiracchiati fino a 3 minuti. Palese ne ha preparato uno da 6, record.

 

IL POST DI GIUSEPPE MALARA SULLO SCIOPERO IN RAI IL POST DI GIUSEPPE MALARA SULLO SCIOPERO IN RAI

[…] «Alcuni iscritti Usigrai hanno lavorato - esulta Palese - si stanno coprendo di ridicolo, spero si calmino dopo le elezioni europee». Chi è al lavoro lo rivendica sui social. Che si sappia. Giuseppe Malara, ex Tg1 e Tg2, ora è in radio. Si fa fotografare in redazione con una lavagna in mano: «Titolo di oggi: è l'alba di un giorno nuovo». La notte, però, è gonfia di veleni. C'è chi giura d aver ricevuto una telefonata in cui si prometteva una promozione a patto di non scioperare. Chiamate extraurbane, anche. Ai giornalisti delle testate locali (dove secondo il Cdr l'adesione alla protesta di ieri è stata dell'85%): magari si potrebbe accelerare quel trasferimento che hai chiesto se lunedì ti presenti al lavoro...

 

Alle 16.55 va in onda un'edizione straordinaria per raccontare le morti sul lavoro a Palermo. In teoria dovrebbero essere i Cdr ad autorizzare la riattivazione del servizio in caso di sciopero. Non è così, i rappresentanti sindacali non vengono informati, i direttori tirano dritto e mandano in onda la "straordinaria". […]

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MA DOVE STA ZHANG ZHANG? - IL 32ENNE IMPRENDITORE CINESE, DAL 2018 AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELL’INTER, NON SI VEDE IN GIRO DA UN ANNO. NON ERA A MILANO NEMMENO PER LA FESTA SCUDETTO. LA VERITÀ È CHE ZHANG NON PUÒ LASCIARE LA CINA DA OLTRE UN ANNO PER LA CONDANNA DEL TRIBUNALE DI HONG KONG A RISARCIRE CHINA CONSTRUCTION BANK E ALTRI CREDITORI DI 320 MILIONI - A QUESTO PUNTO, NON CI VUOLE IL MAGO OTELMA PER SCOPRIRE IL MOTIVO PER CUI IL MEGA-FONDO AMERICANO PIMCO SI SIA RITIRATO DAL FINANZIAMENTO DI 430 MILIONI DI EURO A UN TIPINO INSEGUITO DAI TRIBUNALI, A CUI PECHINO NON RILASCIA IL VISTO PER ESPATRIARE, COME MISTER ZHANG…

DAGOREPORT - LORO SI' CHE LO SANNO BENE: SECONDO IL "CANALE 12" DELLA TV ISRAELIANA RAISI È MORTO - DIFFICILE PRENDERE SUL SERIO TEHERAN CHE AFFERMA CHE L'ELICOTTERO CON A BORDO IL PRESIDENTE IRANIANO HA AVUTO UN "INCIDENTE" IN AZERBAIGIAN A CAUSA DEL ''MALTEMPO'' (UN CONVOGLIO DI TRE ELICOTTERI E SOLO QUELLO CON RAISI E' ANDATO GIU'?) - I MEDIA IRANIANI, PER ORA, PARLANO DI "VITA IN PERICOLO" - L'IRAN NON E' DECAPITATO FINCHE' CI SARA' SARA' L’AYATOLLAH KHAMENEI CHE SCEGLIERA' IL SUCCESSORE DEL FEDELISSIMO RAISI. E PER ORA SI LIMITA A DIRE: "SPERIAMO CHE TORNI, MA NON CI SARANNO INTERRUZIONI" - COME E' ACCADUTO CON L'ATTENTATO ALLA SEDE DIPLOMATICA IRANIANA IN SIRIA, DIETRO L"INCIDENTE" C'E' NETANYAHU? (FINCHE' C'E' GUERRA, C'E' SPERANZA DI RESTARE AL POTERE) - PROPRIO IERI IL MINISTRO DEL GABINETTO DI GUERRA BENNY GANTZ, VICINISSIMO A BIDEN,  DOPO UN INCONTRO IN ISRAELE CON IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA USA JAKE SULLIVAN, AVEVA AVVISATO IL PREMIER NETANYAHU: "PIANO SU GAZA ENTRO L'8 GIUGNO O LASCIAMO IL GOVERNO"

DAGOREPORT - FERMI TUTTI! SECONDO UN SONDAGGIO RISERVATO, LA CANDIDATURA DEL GENERALE VANNACCI POTREBBE VALERE FINO ALL’1,8% DI CONSENSI IN PIÙ PER LA LEGA SALVINIANA. UN DATO CHE PERMETTEREBBE AL CARROCCIO DI RESTARE SOPRA A FORZA ITALIA - A CICCIO TAJANI È PARTITO L’EMBOLO. COSÌ QUEL MERLUZZONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI SI È TRASFORMATO IN PIRANHA: HA MESSO AL MURO LA MELONI, MINACCIANDO IL VOTO DI SFIDUCIA SE LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI, LEGGE SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, NON VIENE APPROVATA PRIMA DELLE ELEZIONI EUROPEE...