GIORGIA SI CONCEDE UNA GITA ELETTORALE IN LIBIA – MELONI È VOLATA A TRIPOLI PER INCONTRARE IL PRIMO MINISTRO DEL GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE, ABDULHAMID DBEIBAH. OBIETTIVO: OTTENERE UN IMPEGNO PER LIMITARE LE PARTENZE DAI PORTI AFRICANI VERSO L’ITALIA. UNA MOSSA PER RILANCIARE L'EFFIMERO PIANO MATTEI E UTILE PER LA CAMPAGNA ELETTORALE DELLE EUROPEE – POI LA DUCETTA SI SPOSTERÀ A BENGASI PER UN FACCIA A FACCIA CON IL RAS DELLA CIRENAICA, IL GENERALE HAFTAR,  A CUI CHIEDERÀ DI “PORRE FINE ALLA PRESENZA DI FORZE STRANIERE SUL SUOLO LIBICO” (OVVERO I RUSSI)

-

Condividi questo articolo


1. MELONI ATTERRATA A TRIPOLI, VEDRÀ DABAIBA E HAFTAR ++

giorgia meloni a tripoli giorgia meloni a tripoli

(ANSA) - La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è atterrata all'aeroporto di Tripoli, accompagnata dai ministri Anna Maria Bernini (Università), Orazio Schillaci (Salute) e Andrea Abodi (Sport).

 

Come riferisce Palazzo Chigi, a Tripoli Meloni incontrerà il primo ministro del Governo di Unità Nazionale libico, Abdul Hamid Mohammed Dabaiba, e il presidente del Consiglio Presidenziale libico, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi.

 

È prevista una tappa successiva a Bengasi per incontrare il generale dell'Esercito Nazionale Arabo di Libia, Khalifa Belqasim Haftar, in linea con l'impegno consolidato dell'Italia a essere presente in tutta la Libia e a lavorare con tutti gli attori libici. La premier, spiegano fonti di Palazzo Chigi, è stata accolta dal ministro degli Esteri facente funzioni libico, Taher Baor, e dall'ambasciatore d'Italia in Libia, Gianluca Alberini.

 

2. MELONI A HAFTAR, BASTA PRESENZE STRANIERE IN LIBIA

giorgia meloni col premier libico abdul hamid DBEIBAH giorgia meloni col premier libico abdul hamid DBEIBAH

 

(ANSA) - È importate far progredire il processo politico, preservando l'unità delle istituzioni libiche, e di lavorare per porre fine alla presenza di forze straniere sul suolo libico. Come riferiscono fonti italiane, è il messaggio che la premier Giorgia Meloni porterà al generale dell'Esercito nazionale arabo di Libia, Khalifa Belqasim Haftar, con cui ha in programma un incontro a Bengasi dopo la prima parte della sua visita ufficiale in Libia, a Tripoli. L'Italia, rimarcano le stesse fonti, tiene infatti a essere presente in tutta la Libia, lavorare con tutti i diversi attori libici. In Libia è significativa la presenza di milizie russe.

 

3. MELONI A TRIPOLI E BENGASI BLITZ ELETTORALE CON I MINISTRI PER GIOCARE LA CARTA MIGRANTI

Estratto dell’articolo di “la Repubbica”

 

giorgia meloni a tripoli giorgia meloni a tripoli

Una missione in due tappe, tenuta riservata fino alla tarda serata di ieri. Un tassello del piano Mattei, ma anche una mossa utile sul piano dell’immagine, alla vigilia di una campagna elettorale che potrebbe accendersi attorno al tema dei migranti. Il fronte più delicato per la premier, l’unico sul quale ha sinora ammesso che il governo avrebbe potuto fare di più.

 

Giorgia Meloni sarà oggi in Libia: il programma prevede un incontro a Tripoli con il primo ministro del governo di unità nazionale libico, Abdulhamid Dabaiba.

 

Ma non solo: la presidente del Consiglio ha in agenda anche un confronto, a Bengasi, con il generale Khalifa Belqasim Haftar, il ras della Cirenaica. L’appuntamento più delicato, quest’ultimo, che spiega anche la riservatezza attorno alla notizia del viaggio. E che comunque, riferiscono fonti diplomatiche, rimane in bilico, appeso al via libera definitivo dell’interlocutore.

 

 

giorgia meloni a tripoli con Abdulhamid DBEIBAH giorgia meloni a tripoli con Abdulhamid DBEIBAH

Sull’aereo per la Libia, con la presidente del Consiglio, tre ministri: Andrea Abodi, Anna Maria Bernini e Orazio Schillaci. L’obiettivo è quello di siglare, in ciascuno dei campi di competenza, intese e progetti di ricerca. Un sostegno allo sviluppo che, nella filosofia del piano Mattei, dovrebbe rafforzare la collaborazione e ottenere in cambio un impegno per limitare le partenze dai porti africani verso l’Italia.

 

Non sarà presente il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che nei giorni scorsi aveva incontrato a Roma gli omologhi di Tunisia, Algeria e Libia. In quell’occasione, il titolare del Viminale aveva sottolineato l’esigenza di fermare i migranti prima ancora che arrivino sulle coste nord-africane per imbarcarsi, indicando come priorità strategica la tenuta delle frontiere terrestri, a cominciare dall’area del Sahel.

 

GIORGIA MELONI GENERALE HAFTAR GIORGIA MELONI GENERALE HAFTAR

Meloni giunge in Libia per “blindare” questo patto. In un momento in cui il governo di Tripoli è sempre più in affanno, anche a causa del disimpegno occidentale — Usa e Francia in testa — nel processo di stabilizzazione del Paese, denunciato dall’emissario Onu nella regione, Abdoulaye Bathily, che si è dimesso nei giorni scorsi pronunciando un discorso molto duro verso Haftar e nei confronti dell’Egitto che lo sostiene.

 

Proprio l’atteggiamento di Haftar preoccupa Palazzo Chigi e rischia di diventare una minaccia alla sicurezza del Mediterraneo: navi e aerei russi sono arrivati in Cirenaica, anche in questi giorni, per portare armi e istruttori militari, poi destinati ad una base del deserto che sta diventando snodo logistico verso il Sudan e il Sahel.

 

 

giorgia meloni abdul hamid DBEIBAH giorgia meloni abdul hamid DBEIBAH

Lavorare per la pacificazione della Libia, in questo scenario, diventa fondamentale per non aggravare l’emergenza migratoria. E per non vanificare alcuni progressi nei numeri delle partenze rispetto al boom del 2023: al 6 maggio sono stati registrati 17.399 ingressi in Italia dalla Libia, rispetto ai 44.343 dello stesso giorno dello scorso anno. Sbandierare questi dati, in piena campagna elettorale, è fra le priorità della visita di Meloni. […]

giorgia meloni col premier libico abdul hamid DBEIBAH giorgia meloni col premier libico abdul hamid DBEIBAH

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...

DAGOREPORT – CHI SOGNA IL RITORNO DI TRUMP ALLA CASA BIANCA? DI CERTO NETANYAHU ED EMIRATI ARABI UNITI, MA TRA LE VEDOVELLE DI “THE DONALD” NON C’È PUTIN. “MAD VLAD” PREFERISCE IL PREVEDIBILE NEMICO BIDEN A QUEL MATTACCHIONE INAFFIDABILE DEL TYCOON (CHE GIUSTO IERI HA INVOCATO LE BOMBE AMERICANE SU MOSCA). UNA DIFFIDENZA POTENZIALMENTE UTILE A “SLEEPY JOE”: IL CREMLINO POTREBBE “CONCEDERGLI” LA PACE IN UCRAINA PER EVITARE IL RITORNO DI TRUMP – E LA MELONI? TIENE IL PIEDE IN DUE STAFFE: MANDA I SUOI ALLA CONVENTION CPAC, MA SI FA DARE I BACETTI DA BIDEN…