LE ELEZIONI EUROPEE SI AVVICINANO E LA MAGGIORANZA SEGNA UN PUNTO SUL PREMIERATO – LA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DEL SENATO HA APPROVATO IL MANDATO AL RELATORE SUL DDL CASELLATI SUL PREMIERATO – A FAVORE HANNO VOTATO FDI, FORZA ITALIA, LEGA E AUTONOMIE. CONTRARI PD, M5S E AVS…

-

Condividi questo articolo


MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI - GIORGIA MELONI MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI - GIORGIA MELONI

(ANSA) - La Commissione Affari costituzionali del Senato ha concluso l'esame del ddl Casellati sul premierato approvando il mandato al relatore. A favore hanno votato Fdi, Fi, Lega, Autonomie, contro si sono dichiarati Pd, M5s, Avs, mentre Iv si è astenuta.

 

La Conferenza dei capigruppo dovrà ora calendarizzare il provvedimento in Aula. Alessandra Maiorino, di M5s, ha detto che il ddl "per quanto breve è una carica di tritolo sotto la nostra architettura costituzionale, senza però dire quale è l'alternativa a tale architettura, che è solo abbozzata".

 

"Politicamente - ha aggiunto - è un tentativo di riscrittura della storia a posteriori. Le madri e i padri costituenti hanno voluta una Costituzione plurale per ragioni evidenti. Voi cancellate gli ultimi decenni dal 1948 ad oggi e tornate indietro".

 

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI

Un voto a favore è stato annunciato da Fi con Daniela Ternullo. "La riforma - ha detto - ridà potere ai cittadini e blocca i giochi di Palazzo". "Noi riteniamo che debbano essere i cittadini a decidere chi li governa, e non gli intrighi di Palazzo e i trasformismi. L'alternativa è semplice: la democrazia è dare la voce al popolo e noi siamo per quella".

 

Annunciando il voto contrario del Pd Andrea Giorgis ha affermato che "un vero confronto di merito non c'è mai stato". Alle proposte e agli emendamenti del Pd "la risposta è stata il silenzio e l'accelerazione dei lavori e la presentazione di un testo sempre più contraddittorio".

 

VOLANTINO DI FRATELLI D'ITALIA SUL PREMIERATO VOLANTINO DI FRATELLI D'ITALIA SUL PREMIERATO

In particolare l'elezione delle Camere a strascico di quella del premier "cambia e travolge la natura stessa della Costituzione e del Parlamento". "Si certifica la fine della Repubblica parlamentare, si certifica la rinuncia a costruire l'unità dal basso, la rinuncia alla fatica delle mediazione. La riduzione alla scelta del capo è più fragile e debole, con pratiche demagogiche".

 

Il tutto senza contare le "incongruenze e sgrammaticature del testo". Giorgis ha concluso "con un appello a Governo e maggioranza: fermatevi, apriamo un confronto sui rilievi dei costituzionalisti". Dafne Musolino, annunciando l'astensione di Iv, ha ricordato che il suo gruppo era favorevole al principio dell'elezione diretta del premier ma ha lamentato la chiusura di governo e maggioranza agli emendamenti che cercavano di introdurre i contrappesi: "Il lavoro si è scontrato con la volontà del governo di fare una riforma con l'elezione diretta, senza però badare agli altri aspetti necessari", come il superamento del bicameralismo perfetto o i poteri di controllo del Parlamento.

 

maria elisabetta alberti casellati maria elisabetta alberti casellati

Inoltre "ci sono incognite che non possono essere lasciate come tali" e riguardanti il sistema elettorale. Un sì al ddl è arrivato dalla Lega con Daisy Pirovano. "Come Lega - ha detto - abbiamo cercato di migliorare il testo e sappiamo che c'è spazio per miglioramenti in Aula". La senatrice leghista ha pura affermato che "qualsiasi preoccupazione delle opposizioni è importante che sia ascoltata".

 

"Cio' che ho colto è stato l'interesse affinché fossero risolte alcune criticità. Ma ci sarà modo di intervenire in Aula anche in modo più puntuale". In ogni caso "se il ddl va nell'ottica di ridare dignità alla politica allora la Lega vota a favore". Nella seduta di ieri sera erano state svolte le dichiarazioni di voto di Fdi con Marco Lisei, che aveva espresso il voto favorevole, così come Meinhard Durnwalder per le autonomie. Il voto contrario è invece stato espresso da Avs con il capogruppo Peppe De Cristofaro.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MA DOVE STA ZHANG ZHANG? - IL 32ENNE IMPRENDITORE CINESE, DAL 2018 AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELL’INTER, NON SI VEDE IN GIRO DA UN ANNO. NON ERA A MILANO NEMMENO PER LA FESTA SCUDETTO. LA VERITÀ È CHE ZHANG NON PUÒ LASCIARE LA CINA DA OLTRE UN ANNO PER LA CONDANNA DEL TRIBUNALE DI HONG KONG A RISARCIRE CHINA CONSTRUCTION BANK E ALTRI CREDITORI DI 320 MILIONI - A QUESTO PUNTO, NON CI VUOLE IL MAGO OTELMA PER SCOPRIRE IL MOTIVO PER CUI IL MEGA-FONDO AMERICANO PIMCO SI SIA RITIRATO DAL FINANZIAMENTO DI 430 MILIONI DI EURO A UN TIPINO INSEGUITO DAI TRIBUNALI, A CUI PECHINO NON RILASCIA IL VISTO PER ESPATRIARE, COME MISTER ZHANG…

DAGOREPORT - LORO SI' CHE LO SANNO BENE: SECONDO IL "CANALE 12" DELLA TV ISRAELIANA RAISI È MORTO - DIFFICILE PRENDERE SUL SERIO TEHERAN CHE AFFERMA CHE L'ELICOTTERO CON A BORDO IL PRESIDENTE IRANIANO HA AVUTO UN "INCIDENTE" IN AZERBAIGIAN A CAUSA DEL ''MALTEMPO'' (UN CONVOGLIO DI TRE ELICOTTERI E SOLO QUELLO CON RAISI E' ANDATO GIU'?) - I MEDIA IRANIANI, PER ORA, PARLANO DI "VITA IN PERICOLO" - L'IRAN NON E' DECAPITATO FINCHE' CI SARA' SARA' L’AYATOLLAH KHAMENEI CHE SCEGLIERA' IL SUCCESSORE DEL FEDELISSIMO RAISI. E PER ORA SI LIMITA A DIRE: "SPERIAMO CHE TORNI, MA NON CI SARANNO INTERRUZIONI" - COME E' ACCADUTO CON L'ATTENTATO ALLA SEDE DIPLOMATICA IRANIANA IN SIRIA, DIETRO L"INCIDENTE" C'E' NETANYAHU? (FINCHE' C'E' GUERRA, C'E' SPERANZA DI RESTARE AL POTERE) - PROPRIO IERI IL MINISTRO DEL GABINETTO DI GUERRA BENNY GANTZ, VICINISSIMO A BIDEN,  DOPO UN INCONTRO IN ISRAELE CON IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA USA JAKE SULLIVAN, AVEVA AVVISATO IL PREMIER NETANYAHU: "PIANO SU GAZA ENTRO L'8 GIUGNO O LASCIAMO IL GOVERNO"

DAGOREPORT - FERMI TUTTI! SECONDO UN SONDAGGIO RISERVATO, LA CANDIDATURA DEL GENERALE VANNACCI POTREBBE VALERE FINO ALL’1,8% DI CONSENSI IN PIÙ PER LA LEGA SALVINIANA. UN DATO CHE PERMETTEREBBE AL CARROCCIO DI RESTARE SOPRA A FORZA ITALIA - A CICCIO TAJANI È PARTITO L’EMBOLO. COSÌ QUEL MERLUZZONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI SI È TRASFORMATO IN PIRANHA: HA MESSO AL MURO LA MELONI, MINACCIANDO IL VOTO DI SFIDUCIA SE LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI, LEGGE SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, NON VIENE APPROVATA PRIMA DELLE ELEZIONI EUROPEE...