LE CASSE SONO VUOTE: GIORGIA DEVE RINUNCIARE ALLA MANCETTA PRE-ELETTORALE DEL BONUS TREDICESIMA – IL “DECRETO PRIMO MAGGIO” SI SGONFIA: L'UNA TANTUM DA 100 EURO PER I LAVORATORI CON REDDITO FINO A 28 MILA EURO NON SARÀ PAGATO A DICEMBRE, COME PROMESSO DALLA MELONI, MA SLITTA A GENNAIO 2025 – ANNUNCIATI SGRAVI PER LE ASSUNZIONI DI DONNE E GIOVANI. MA I SINDACATI DENUNCIANO IL “TRUCCHETTO” DEL GOVERNO: “SONO UNA RIEDIZIONE DI AIUTI GIÀ ESISTENTI”

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo e Valentina Conte per “la Repubblica”

 

maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti

Un mini pacchetto “Primo Maggio” infiocchettato con un bonus da 100 euro per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, fino a 28 mila euro. Di più, Giorgia Meloni non riesce a fare. A un anno di distanza dal taglio di 7 punti del cuneo contributivo e dello stop al Reddito di cittadinanza, la premier “offre” un piatto povero ai leader di Cgil, Cisl e Uil ricevuti ieri a Palazzo Chigi.

 

Anche gli sgravi per le assunzioni di donne e giovani, inseriti nel decreto Coesione, sono una riedizione di aiuti già esistenti, solo in alcuni casi rafforzati. E infatti i sindacati annusano subito il “tranello”.

 

GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI

«Il nostro giudizio non è positivo perché si va avanti con bonus una tantum e defiscalizzazioni decise da tempo: quando abbiamo chiesto alla premier se conferma il taglio del cuneo per il 2025, ci ha risposto che non era la sede giusta per parlarne», tuona Francesca Re David (Cgil).

 

Va giù pesante anche il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri: «L’intervento sulle tredicesime è un bonus Befana e alla fine saranno 60 euro netti: un chilo di carne e di parmigiano e un litro d’olio». [...]

 

La difficoltà più grande per la premier è la promessa confezionata a poco più di un mese dalle elezioni europee: il “bonus tredicesima”. Doveva arrivare stamattina sul tavolo del Consiglio dei ministri, ma ieri, dopo l’ennesimo pressing sui tecnici del Tesoro, si è dovuta arrendere all’evidenza di un bilancio 2024 che non riesce a garantire neppure 100 milioni, il costo dell’indennità una tantum che per questo arriverà solo con la prima busta paga dell’anno nuovo.

 

maurizio leo - giancarlo giorgetti maurizio leo - giancarlo giorgetti

Cento euro extra pensati per un milione di famiglie monoreddito fino a 28 mila euro: lavoratore dipendente con coniuge e almeno un figlio entrambi a carico oppure «vedovi o ragazze madri». Meloni parla di «indennità», ma il viceministro dell’Economia Maurizio Leo la “corregge”: sarà un’una tantum «sotto forma di detrazione fiscale per 100 milioni di spesa». Niente tredicesima ricca, dunque.

 

Sul tavolo del Cdm anche il decreto legge Coesione, illustrato dal ministro Raffaele Fitto, per «rimettere in moto 43 miliardi di fondi europei», quelli per il 2021-2027, in totale 75 miliardi con il cofinanziamento nazionale. Rivela Fitto che fin qui «la spesa e gli impegni sono fermi a zero». Quindi bisogna correre, marciare «per obiettivi e tempi» scanditi, con bonus/malus per le Regioni.

 

raffaele fitto giorgia meloni raffaele fitto giorgia meloni

Fitto poi annuncia che la “decontribuzione Sud” «finirà a giugno»: niente proroga per la misura in vigore dal 2021, di gran lunga la più utilizzata dalle imprese meridionali. Al suo posto, dice, «stiamo costruendo alternative ».

 

Tocca alla ministra del Lavoro Marina Calderone illustrare una riedizione dei bonus per giovani, donne e Sud già esistenti. In alcuni casi rafforzati per spingere assunzioni stabili di under 35 e donne di tutte le età o per favorire l’autoimprenditorialità. [...]

Marina Calderone Giorgia Meloni Marina Calderone Giorgia Meloni MAURIZIO LEO COMMERCIALISTA - FOTOMONTAGGIO MAURIZIO LEO COMMERCIALISTA - FOTOMONTAGGIO

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MI SI NOTA DI PIU’ SE FACCIO IL MARTIRE? – L’ASSENZA DI SAVIANO DAL SALONE DEL LIBRO DI FRANCOFORTE STAVOLTA NON E’ FRUTTO DELL’EPURAZIONE MELONIANA – E’ STATO CHIESTO ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI QUALI SCRITTORI INVITARE ED E’ VENUTO FUORI UN ELENCO DI SINISTRELLI MICA MALE, DA NICOLA LAGIOIA A CHIARA VALERIO – MANCAVA SAVIANO SOLO PERCHE’ LE DUE CASE EDITRICI CHE POTEVANO INDICARLO NON L’HANNO FATTO. LA PRIMA È “FUORISCENA” DEL GRUPPO SOLFERINO-CAIRO EDITORE (CHE NON È NEANCHE ASSOCIATO ALL’AIE) - L’ALTRO EDITORE CHE POTEVA INSERIRE LO SGOMORRATO NELLA LISTA ERA BOMPIANI, GRUPPO GIUNTI, PER LA QUALE, SEMPRE QUEST’ANNO, SAVIANO HA PUBBLICATO “SOLO È IL CORAGGIO” (MEZZO FLOP). L’EDITOR PRINCIPE DEL GRUPPO GIUNTI È ANTONIO FRANCHINI, CHE SI È MESSO IN TESTA DI…

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...